Il 2018 sta volgendo al termine, ma le novità in tema digital (così come la nostra voglia di vacanza) non si arrestano.
Oggi parliamo del binge-watching, che anche se fa un po’ paura a pronunciarlo non morde: nel termine inglese significa l’atto di guardare programmi televisivi per un periodo di tempo superiore al consueto. Traslato nel marketing – e in modo più ampio nel digital – significa osservare un video o un testo per una durata di tempo relativamente lunga, catturando l’attenzione dell’utente ben oltre una manciata di secondi.
Strano a dirsi, in un mondo iperconnesso in cui la fretta è diventata una keyword quotidiana, ma tant’è: se infatti, in passato, le piattaforme consigliavano ai brand di creare contenuti sempre più brevi, attualmente i due trend sembrano co-esistere, a seconda degli obiettivi e delle strategie che restano sempre il punto, fermo, da dove partire.
Alcuni esempi di contenuti in ottica di binge-watching? I documentari di media come Vice e Vox, caratterizzati entrambi da una struttura ampia ed estremamente approfondita.
La prima, che nasce come rivista a Montréal nel 1994, ha fatto del binge-watching il suo elemento caratterizzante, dedicato (e apprezzato) da un target consapevole, desideroso di approfondire le tematiche trattate. Stesso discorso per Vox e per Business Insider, testate che dell’approfondimento hanno fatto la loro leva principale, in ottica di qualità.
Oltre all’ambito prettamente editoriale, il trend del binge-watching si traduce anche nei podcast – in costante aumento – e nei blog, che sempre più spesso le aziende scelgono di utilizzare come leva di content marketing. Comunque, la parola chiave, traversale per le diverse forme, resta sempre: coinvolgimento.
Non solo: anche Facebook Watch è un ulteriore esempio – ma anche esperimento – in questa direzione. Per chi non lo sapesse (ma anche per chi già lo sa o per chi se lo è dimenticato) Facebook Watch è la tv in formato social network lanciata negli USA un anno fa, che distribuisce serie video attraverso la sua piattaforma social. Obiettivo?
Come comunicato da Fidji Simo, capo della sezione Video di Facebook «scoprire video e interagire con amici, creatori e altri fan». Per la compagnia della Silicon Valley questo è un passaggio fondamentale per l’apertura ai mercati globali, e al tempo stesso rappresenta una sfida per piattaforme come Youtube, Nextflix o Amazon.
Noi siamo pronti a coglierla, e voi?