La giornata in agenzia dura più o meno 15 ore, sessantacinque minuti e centoquaranta secondi ed è così che, dopo la decima call e la terza strategia della giornata, ci avanza anche del tempo per curiosare un po’ in giro.
Avete sentito parlare del fenomeno degli Instagram poet? Scommettiamo di sì: si tratta di autori, o, aspiranti tali, che utilizzano un canale visual per riportare i loro scritti (o poesie che si dir si voglia).
Se la diffusione di tale pratica sia più o meno favorevole all’arte poetica è una considerazione che lasciamo a voi; quello che è certo, però, è che questi “poeti” del nuovo millennio siano davvero seguiti (parliamo anche di 10-20 k di follower!) e apprezzati dalla community che ama le parole soprattutto se suscitano emozioni.
A tal proposito oggi vi parliamo di un’idea particolare: quella di chi ha provato a riscrivere le favole per combattere gli stereotipi di genere. Ci riferiamo ad una instagram poet in particolare, @Nikita Gill, che ha reso il suo account un posto dove smantellare le dinamiche di genere delle fiabe tradizionali.
Avete presente Biancaneve, Cenerentola, o la Bella Addormentata? Da tempo ormai, questi racconti sono stati messi in discussione per i messaggi e gli stereotipi che propongono sulla figura della donna. C’è da dire che moltissime cose sono cambiate da quando queste fiabe hanno visto per la prima volta la luce; ma vi siete mai soffermati a pensare se il bacio della Bella Addormentata fosse veramente voluto dalla fanciulla?
Le risposte a queste domande, oggi, non sono facili da fornire: quello che possiamo dire, è che, come sempre, prima di poter esprimere il proprio pensiero bisognerebbe comprendere a fondo le domande e soprattutto la realtà davanti a noi, con tutte le mille variabili del caso. Per esempio, siamo sicuri che il sogno della povera Cenerentola fosse quello di diventare principessa, quanto piuttosto, chissà, di lasciarsi ogni avversità alle spalle e vivere spensieratamente la sua giovane età fino a mezzanotte? (Anche se a noi, in fondo, i soldi del Principe proprio male non sembravano)
Quello che è originale rimane come Instagram sia stato eletto a strumento ideale, almeno secondo Nikita, per veicolare messaggi così importanti sugli stereotipi di genere: sembra che la piattaforma stia guadagnando terreno per condividere pensieri ragionati – anche in forma poetica – e non solo qualche bello scatto di contesto.
La rivalutazione di un’arte, spesso considerata “elitaria”, in un formato spendibile e godibile addirittura dallo schermo di uno smartphone fa parte della democratizzazione del digital?
In un certo senso la risposta è sì, o almeno per quello che vediamo accadere sotto i nostri occhi: una poesia però diversa, che veste l’abito del social e della condivisione immediata e per questo, forse, smette l’aura di immortalità e intangibilità.
Il filo conduttore che lega tutto il discorso sugli Instagram poet, dalle poesie, alle favole, all’espressione dei propri pensieri su un canale social? Come ci suggerisce Nikita Gill, nella sua piccola rivoluzione, è: restare fedeli a sé stessi, con tutte le responsabilità del caso. O quanto meno, provarci.